Fondi per abbattere le barriere architettoniche presenti in abitazioni e condomini, con l’accoglimento di tutte le richieste arrivate; aiuti alle famiglie – fino a un massimo di 12 mila euro pro capite – per saldare le rate scadute dell’affitto e, ancora, il sostegno ai servizi sociali e sociosanitari sul territorio, a partire da quelli per l’infanzia e i nuclei famigliari, per contrastare la povertà e l’emarginazione. Il tutto grazie allo stanziamento di oltre 30 milioni di euro destinati a misure per le fasce sociali più deboli.
Nella seduta di ieri, infatti, la Giunta regionale ha approvato tre atti che per il 2016 assegnano ai Comuni e alle loro forme associate rispettivamente 1,5 milioni di euro del Fondo regionale per la concessione di contributi a fondo perduto destinati all’eliminazione di barriere architettoniche in edifici privati, 23 milioni del Fondo sociale regionale per evitare l’esclusione sociale e i quasi 6 milioni di euro del Fondo nazionale per la morosità incolpevole stanziati dallo Stato e messi a disposizione dell’Emilia-Romagna per quest’anno.
Fondo regionale per l’eliminazione e il superamento delle barriere architettoniche
Un milione e mezzo di euro in più che va ad aggiungersi a quelli già previsti dal Piano casa (2 milioni di euro). Aumentano in questo modo le risorse contenute nel Fondo regionale, che dispone la concessione di contributi a fondo perduto per abbattere le barriere architettoniche in edifici privati.
L’intervento consente di far fronte alla totalità dei contributi richiesti dalle 516 famiglie che hanno diritto a un contributo in base al fondo regionale istituito con la legge regionale del 2013. Tra le richieste, 394 riguardano persone totalmente invalide, 122 si riferiscono a forme di invalidità parziale.
In Emilia-Romagna, su un totale di 334 Comuni sono 167 a concorrere a determinare il fabbisogno per gli interventi. Rispetto alle singole province, le richieste di contributo arrivano: 19 da Piacenza, 52 da Parma, 65 da Reggio Emilia, 63 da Modena, 127 da Bologna, 27 da Ferrara, 60 da Ravenna, 58 da Forlì-Cesena e 45 da Rimini.
Fondo nazionale per la morosità incolpevole
Quasi 6 milioni di euro stanziati dallo Stato (59,7 milioni di euro ripartiti per il 70% tra le Regioni in proporzione al numero dei provvedimenti di sfratto emessi dell’autorità giudiziaria al 31 dicembre 2015) e messi a disposizione dell’Emilia-Romagna per il 2016 per aiutare i cosiddetti inquilini morosi incolpevoli, ovvero persone non più in grado di pagare l’affitto di casa. Le ragioni possono essere diverse: perché hanno perso il lavoro, perché colpite da una grave malattia oppure perché vittime di un infortunio.
L’aiuto consiste in un contributo pro capite, fino a un massimo di 12 mila euro, che può essere utilizzato sia per saldare le rate scadute dell’affitto sia per far fronte ad alcune mensilità future, in modo da non mettere la famiglia nelle condizioni di ricadere nella morosità. Con il provvedimento approvato dalla Giunta, le risorse vengono distribuite tra 100 Comuni emiliano-romagnoli, 39 dei quali (compresi i capoluoghi di provincia) definiti ad alta tensione abitativa e i restanti 61 ad alto disagio abitativo con più di 10 mila cittadini residenti. Ai Comuni ad alta tensione abitativa, dove nel 2015 sono stati decretati 4.377 sfratti, andranno 4,445 milioni di euro (75% delle risorse previste per il 2016). L’altro 25%, pari a 1,5 milioni di euro, andrà invece assegnato ai Comuni ad alto disagio abitativo con popolazione superiore ai 10 mila residenti dove sono stati emessi 1.168 provvedimenti di sfratto.
Fondo sociale regionale
È di 23 milioni di euro la somma stanziata dalla Regione a favore dei Comuni e loro unioni per i servizi sociali del territorio. Di questi, 7,5 milioni integrano la programmazione 2016 e i rimanenti 15,5 faranno parte della programmazione 2017. L’obiettivo è sostenere in particolare i progetti di contrasto alla povertà estrema e all’impoverimento generato dalla crisi economica, contrastare l’esclusione sociale, favorire l’integrazione sociale degli immigrati, offrire sostegno alle famiglie.