“Quella sulla non autosufficienza è una riforma che resta vuota in assenza delle risorse necessarie per la sua attuazione: quando saranno esaurite le risorse del PNRR, non si potrà contare su un centesimo di finanziamento se il Governo non farà marcia indietro rispetto ai decreti attuativi”.
Lo afferma la consigliera Ottavia Soncini a margine della seduta della Commissione regionale Sanità che presiede durante la quale è stata approvata la risoluzione da lei presentata per rafforzare l’impegno della Giunta regionale nella Conferenza delle Regioni contro il contenuto dei decreti del Governo.
“È inaccettabile che il Governo volti le spalle a 10 milioni di cittadine e cittadini: gli anziani non autosufficienti e i loro familiari e caregiver. I decreti attuativi hanno avuto critiche dalla Conferenza delle Regioni, la maggior parte delle quali a guida centrodestra. Il Governo deve reperire le risorse necessarie per coprire l’erogazione di servizi che devono essere integrati e coerenti con i bisogni di assistenza a lungo termine e rivolti a tutte le persone non autosufficienti. Questi decreti tradiscono l’ambizione al cambiamento da cui era nata la riforma e scaricano sui territori, Regioni e Comuni, il problema della gestione dei servizi per 3,8 milioni di anziani non autosufficienti. – richiama preoccupata Soncini – In Emilia-Romagna quest’anno abbiamo superato i 500 milioni di finanziamento sul Fondo regionale per la non autosufficienza. Lo Stato, per tutte le venti regioni italiane stanzia appena il doppio ogni anno”.
“La nostra Regione ha fatto la scelta politica di aumentare le risorse sul fondo regionale non autosufficienza e per prima, nel 2014, si è dotata di una legge sui caregiver, approvata successivamente da altre 12 Regioni. – prosegue la democratica – Non ci fermiamo nel confronto con amministrazioni, associazioni, familiari e aziende sanitarie, penso ad esempio a quanto servirebbe un fondo regionale caregiver, ma nello stesso tempo chiediamo al Governo di fare la sua parte ed esercitare il suo ruolo, mettendo le risorse dove servono: sulla sanità pubblica, come sulle persone più fragili che hanno diritto di essere assistite e i familiari e caregiver di non essere lasciati soli nell’attività di sostegno che svolgono ogni giorno”.