Vaccinazione bambini, parliamone insieme

Ieri sera insieme alla Dott.ssa Cosetta Guazzi, pediatra, abbiamo dialogato sul tema della vaccinazione anti Covid-19 nei bambini.
Un momento per fare chiarezza, sciogliere dubbi e rispondere alle tante domande su una questione che da mamma mi interessa molto, come immagino a tantissimi genitori.

Qua potete trovare il video. Se ti va puoi condividerlo con amici e parenti che hanno figli piccoli.

La vaccinazione dei bambini dai 5 agli 11 anni è un altro passo fondamentale per la campagna vaccinale. Fare una corretta informazione è fondamentale.

Accademia Pd – Salute: vaccini, piano vaccinale e prospettive future | Mercoledì 28 aprile ore 21

Mercoledì 28 aprile alle ore 21:00 parteciperò all’iniziativa online “Accademia Pd – Salute: vaccini, piano vaccinale e prospettive future” organizzata dal Circolo Pd di Poviglio. Con me ci saranno il Dott. Pietro Ragni, la Dott.ssa Stefania Fieni e il collega Andrea Costa. Ad introdurre e coordinare l’incontro sarà Ugo Marinelli.

Per accedere all’evento basterà cliccare su questo link: meet.google.com/vbf-pnsu-bqd

L’Europa delle Persone | Giovedì 22 aprile ore 20.30

giovedì 22 aprile alle 20:30 parteciperò al tavolo organizzato dal Pd di Reggio Emilia dal titolo “NextGenerationEu: il prossimo futuro dipende da tutti noi. L’Europa delle persone”. Con me ci sarà l’europarlamentare Elisabetta Gualmini. A introdurre e coordinare l’incontro sarà Ilenia Malavasi, sindaca di Correggio. 

Per accedere all’evento basterà cliccare su questo link: https://meet.google.com/ims-nvfg-ikx

Vaccini No Covid | Giovedì 28 gennaio 2021

Giovedì 28 gennaio alle 20:45 sarò presente insieme al Sindaco Luca Vecchi, alla Segretaria del Pd Reggio Emilia Gigliola Venturini e alSegretario del Circolo Pd Sanità & Welfare Gian Maria Fantuzzi, all’iniziativa“Vaccini No Covid”. Una serata con i professionisti per approfondire le tematiche legate alla vaccinazione anti Covid-19.

Interverranno: Mauro Bonaretti (Consigliere del Commissario Arcuri), Mirco Lusuardi (Direttore di Dipartimento), Nicola Facciolongo (Direttore Pneumologia) e Paolo Cavandoli (Medico di Medicina Generale).

L’evento, organizzato dal Circolo Pd Sanità & Welfare, si terrà in videoconferenza. Per accedere all’incontro basterà cliccare su questo link: meet.google.com/jhg-oimj-kug

Il mio intervento al convegno “Famiglie al Centro” organizzato da ENS Emilia-Romagna

Una bella mattina di dialogo e confronto al convegno Famiglie al Centro organizzato da ENS Ente Nazionale Sordi – Onlus e SP ENS Reggio Emilia.

Ecco il testo del mio intervento:

“Noi udenti, spesso siamo sordi. Siamo sordi perché non sentiamo e non capiamo nulla o poco dei problemi delle persone sorde e con disabilità uditiva.

Io stessa capiva ben poco di questo mondo, prima che il ruolo di Consigliere Regionale mi portasse a conoscere l’ENS, il presidente Varricchio, la Presidente Reggiana e altre associazioni che rappresentano le persone sorde.

In Emilia-Romagna ci sono circa 4000 persone non udenti gravi e dalla età evolutiva, che quindi hanno avuto difficoltà o non hanno potuto apprendere la lingua parlata.
Le tecnologie aiutano sempre di più, ma non risolvono tutto. Ci sono ancora tantissimi problemi, che noi udenti ignoriamo del tutto.
Perché una persona con una disabilità fisica la vedi subito e capisci subito che ha un problema con un gradino. Una persona sorda se la incontri per strada non la riconosci, e il suo problema lo cogli solo in certe rare occasioni.

Sarà sorprendente, ma anche in Emilia-Romagna la piena accessibilità per loro ancora non c’è.
Gli insegnanti di sostegno a scuola ci sono, ma non sempre sono preparati davvero ad aiutare un bambino sordo.
Un bambino sordo ha enormi difficoltà a fare sport: non sente il fischio dell’arbitro o il suo allenatore. Nessuno ci pensa e fa nulla.
Andare al cinema è impossibile, o a teatro.
Ascoltare un comizio, o un convegno.
Abbiamo adeguato le nostre sale in Regione ad ospitare sottotitolatura in diretta e traduzione: non lo erano, pensate che assurdità. Cerco, nel mio piccolo, di mettere sempre i sottotitoli nei video sui social.

È un danno di cittadinanza molto più grave di quello dato da qualsiasi altro deficit.
Per questo, dopo due anni di lavoro, abbiamo approvato a giugno 2019 la prima legge regionale in ER dedicata ai diritti delle persone sorde.
Risorse per rendere più diffuso l’interpretariato, il riconoscimento del valore della LIS, sostenere progetti per l’accesso ai servizi sanitari, allo sport, alla cultura, alla TV, con risorse dedicate.
Tutto questo è nella nuova legge regionale.
Da anni ne aspettiamo una nazionale.
C’è ancora tantissimo da fare.

Sono stati recentemente finanziati dalla Giunta regionale per il triennio 2020-2022 i progetti presentati da ENS nell’ambito del bando previsto dalla Legge regionale sulle disabilità uditive: il progetto per garantire servizi di Interpretariato LIS ed il progetto per offrire servizi di Segretariato Sociale, che la Regione ha finanziato ad ENS. Nel complesso sono stati assegnati ad ENS 695 mila euro per finanziare tre anni di attività. Questo è un impegno rispettato.
Continuano anche i lavori a livello regionale del Tavolo per le disabilità Uditive che riunisce gli specialisti che operano nelle AUSL nei servizi sanitari sia per minori che per adulti. Il tavolo regionale per le disabilità uditive si è riunito proprio questa settimana ed hanno partecipato anche i rappresentanti delle Associazioni, che hanno così potuto confrontarsi con i professionisti ed i funzionari regionali.
Inoltre, va ricordato che Regione ed ENS hanno presentato a fine 2020 un progetto all’Ufficio disabilità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, progetto che è stato approvato e finanziato e che prevede in particolare di realizzare in collaborazione con ENS dei corsi di sensibilizzazione per gli operatori sanitari, sociali e socio-sanitari per migliorare la capacità di accoglienza e di ascolto dei servizi nei confronti delle persone sorde, un problema che durante la pandemia è emerso come particolarmente sentito dalle persone sorde e dalle loro famiglie.

Infine, è molto importante il vostro incontro di oggi, perché ritengo sia fondamentale permettere ai bambini e ragazzi con disabilità di informarsi, rimanere aggiornati relativamente a ciò che accade nel mondo attraverso i laboratori di lettura ed imparare per i ragazzi ad utilizzare gli strumenti tecnologici, come computer e tablet. La alfabetizzazione digitale è importante.
Alla base di questo percorso penso ci debba essere sempre un aspetto centrale: stringere nuovi rapporti di amicizia. Per questo, quando si potrà farlo, vi invito a frequentare gli spazi comuni, come le biblioteche, gli spazi lettura, penso a Libr’aria ad Albinea, il festival di letture per bambini, perché non lavoriamo perché ci sia uno spazio anche per voi insieme agli altri?
Gli incontri tra famiglie poi costituiscono occasioni di confronto su temi di comune interesse e creano presupposti di amicizia per un reciproco supporto. La tutela dei diritti delle persone con disabilità nei diversi contesti di vita deve essere attività di confronto tra le famiglie e con le Istituzioni.
Ecco perché sono contenta di essere qui, con una comunità di persone a cui ho dedicato tempo come Consigliere regionale.
Un tempo speso davvero bene, per una battaglia di cittadinanza fondamentale.”

Covid: ieri, oggi, domani | Lunedì 13 luglio 20.45

Lunedì 13 luglio alle 20:45 vi aspetto al Centro Sociale Orologio di Reggio Emilia per l’iniziativa “Covid-19: ieri, oggi, domani”.

Sarà una serata per fare il punto sull’emergenza Coronavirus e per conoscere le strategie messe in campo dalla Regione Emilia-Romagna.

Insieme a me interverranno Raffaele Donini (Assessore regionale alle politiche per la salute), Luca Vecchi (Sindaco di Reggio Emilia) e Cristina Marchesi (Direttrice Generale dell’ Azienda Usl – Irccs di Reggio Emilia)

Un 8 marzo sospeso

Un 8 marzo sospeso, inatteso. Penso a diverse storie di donne. Abbiamo il 78% di infermiere donne in Italia. Sono il 52% i medici donna, un sorpasso rispetto agli uomini registrato per la prima volta quest’anno. Tante le ricercatrici. Donne che fanno il proprio lavoro con il massimo della professionalità, con dedizione, tempo e sforzi. Poi ci sono le donne dimenticate fra Idlib e il confine greco. Viene da pensare a quelle sconosciute in marcia verso una salvezza che forse non vedranno. Al loro stringere, scaldare, trascinarsi dietro i piccoli, disperatamente in cerca di qualcosa per sfamarli. Viene da pensare a che cosa deve essere, per una madre, lasciarsi indietro un piccolo corpo freddo e rigido sepolto alla meglio in un campo, e continuare a marciare: perché gli altri figli vivano. Quando il padre magari non c’è più: disperso, prigioniero, caduto. 

Tutto questo si legge nelle foto dell’esodo dei profughi se appena ci si sofferma un momento. E si intravede anche, nel cuore oscuro della guerra e della violenza, una silenziosa immane forza femminile: una vocazione a proteggere, mettere al mondo, amare, a far vivere e non a far morire. E in questo 8 marzo il pensiero va anche alle mamme, mogli, sorelle che donano la loro vita ad un famigliare non autosufficiente per prendersi cura di lui nella quotidianità. Da troppo tempo si aspetta una legge che tuteli a 360 gradi la figura del caregiver familiare, nel 70% dei casi appunto donna. Sono eroine troppo spesso invisibili e silenziose dei nostri tempi, hanno diritto al pieno riconoscimento e al sostegno dello Stato. Come le donne del nostro sistema sanitario, come le donne di Idlib.

I cattolici italiani e la politica

Testo pubblicato su La Libertà, il settimanale della Diocesi, lo scorso 18 dicembre.

Il cattolico impegnato in politica è innanzitutto un testimone, un creatore di legami, un costruttore di ponti tra diversi ambiti della società, una persona che sviluppa la cultura dell’incontro e del dialogo e che si fa prossima e vicina in primo luogo a chi è fragile. Il fine ultimo è l’uomo, la persona umana, il suo bene e la sua felicità. La costruzione di una società più solidale e giusta sono gli strumenti, la strada. C’è un enorme bacino valoriale e culturale da preservare e manutentare, a partire dal (ri)posizionare il valore della vita al centro del vivere civile, dal concepimento fino alla morte, con un cardine fondamentale rappresentato da una politica di aiuto alle famiglie e alle nascite, temi da cui scaturisce un’intera idea di civiltà.

Altro valore basilare è il lavoro, che avendo a che fare con la dignità della persona ha inevitabilmente a che fare con la vita. Il primo pensiero della giornata per un cattolico impegnato in politica non può che essere diretto al lavoro, senza lavoro crescono la povertà e le disuguaglianze. Lavoro vuol dire anche e soprattutto impresa, verso cui dobbiamo manifestare sincera vicinanza e prendere l’impegno scritto sul marmo di semplificare le procedure amministrative e quel groviglio di pratiche e di norme che rendono difficile la realizzazione di ogni progetto.  

Valori altrettanto rilevanti sono l’accoglienza e l’integrazione dei migranti. Senza integrazione non vi è vera accoglienza, vero rispetto della persona e il nostro fare assumerebbe il sapore dell’occasione mancata, infatti quale finalità ha lo spirito di servizio, se non immettere nella costruzione della città dell’uomo il cemento della solidarietà e dell’amore verso l’altro? Ovviamente in una dialettica in continuo aggiornamento tra i diritti e i doveri fondamentali, come i Costituenti avevano mirabilmente enunciato. 

Per essere all’altezza di queste sfide bisogna avere delle competenze, per cui svolgono un ruolo decisivo l’arte educativa della politica e della formazione: occorre dare fiducia ai giovani cattolici impegnati in politica, investire su di loro, formarli affinché possano restituire alla politica la necessità di una tensione ideale, rafforzandone il fondamento etico e culturale. In un contesto non sempre favorevole, è fondamentale intercettare il desiderio di occuparsi del bene comune nei giovani presenti nelle realtà parrocchiali e in quelle associative e trovare chi si impegna ad educare i giovani alla politica in senso alto. Servono adulti credibili, illuminati e saggi che aiutino i cristiani che fanno politica ad agire sempre in “coerenza” con i valori evangelici e contemporaneamente nel rispetto della laicità delle scelte. Attingere linfa dai valori umani e cristiani, alla luce del Vangelo e della dottrina sociale della Chiesa, nel presente momento storico, è decisivo.

Situazione che si complica se partiamo dalla considerazione che la collaborazione trasversale tra cattolici è gravata da ostacoli, di fatto non esistono più le condizioni storiche che esigevano l’unità partitica dopo la Seconda guerra mondiale. Nonostante le divisioni dobbiamo lavorare alacremente nella direzione del dialogo e del confronto: c’è la necessità non rinviabile di individuare forme e tecniche di aggregazione delle energie disponibili per un’influenza unitaria, ispirata dalla fede, in vista del bene dei territori e del Paese.

Il mondo cattolico ha la possibilità di orientare le scelte della politica: penso a una rete che metta in campo riflessioni su cui le forze politiche siano chiamate a misurarsi, facendosi carico di una visione del mondo. Credo che la rete potrebbe avere l’obiettivo di pensare ad un’Europa più ‘sociale’, di pace, giusta e prospera. Un’Europa che riscopre se stessa. Se non saranno i cattolici a pretenderla, chi potrà farlo al loro posto? Dobbiamo rafforzare in modo chiaro e inequivocabile l’idea che la politica per i cristiani non è il luogo per fare soldi o per avere il potere. È all’opposto il luogo del servizio, di chi non si lascia corrompere e del «martirio quotidiano». 

Occorrono giovani laici cattolici, trentenni e quarantenni, e qui inserisco il mio impegno e le mie responsabilità, che sappiano cucire reti di solidarietà e di cura e che soprattutto sappiano essere il sale della terra. Sappiano cioè parlare e dialogare con tutti coloro – senza distinzione di fede e cultura – che hanno veramente a cuore il futuro dell’Italia e dell’Europa. Senza creare nuovi ghetti e nuovi muri. È anche una questione di linguaggio, di atteggiamento gentile, positivo e riappacificato, capace di testimoniare come l’etica cristiana sia un servizio alla libertà, alla dignità, alla qualità della vita nella società. Per passare dalla fede alla politica è necessaria una mediazione antropologica, poiché l’azione politica, che pure deve ispirarsi ai principi etici, non consiste nella realizzazione dei principi etici assoluti, ma nella realizzazione del bene comune concretamente possibile in una determinata situazione. Qui sta la vera grande sfida.

Concludo sottolineando quanto sia urgente la partecipazione attiva delle donne attraverso l’impegno politico perché, in questi anni, ho potuto constatare quanto l’approccio femminile alle questioni sia in molti casi diverso e complementare rispetto a quello maschile; ci contraddistinguono capacità di ascolto, generosità e concretezza. Non ne faccio, sia chiaro, una rivendicazione di genere, ma un problema concreto perché il dibattito sulle risposte alle donne, madri e lavoratrici con famiglia deve essere concreto, responsabile e poco retorico. Un obiettivo, difficile ma chiaro, è riuscire a essere donne capaci di fare e dare testimonianza in pubblico della propria fede e dei propri valori di riferimento. È con uno spirito di profonda gratitudine nei confronti del Vescovo Massimo Camisasca, per gli spunti di lettura e riflessione sul ruolo dei Cristiani nella comunità civile, che condivido questi miei semplici pensieri con i lettori.

Ottavia Soncini