Sessione Europea: una riflessione

Vi propongo alcune riflessioni a seguito dei lavori in commissione Politiche per la salute e per il sociale sulla Sessione Europea. La pandemia è stata un’occasione per l’Unione per darsi un nuovo volto, che trova nelle politiche sanitarie una forte spinta a ripensare le politiche di coesione ed il ruolo stesso dell’Unione.

Come ogni anno, dal 2008, la Regione Emilia-Romagna coinvolge tutte le commissioni nella Sessione europea dell’Assemblea legislativa. Un momento fondamentale per darci obiettivi chiari e promuovere investimenti strategici che favoriscano lo sviluppo delle nostre comunità, soprattutto in questa fase di emergenza. Proprio in quest’ottica anche la Commissione Politiche per la salute e politiche sociali ha individuato alcune priorità.
L’Europa sta sicuramente attraversando e proponendo un cambio di paradigma notevole.
C’è stata una presa di consapevolezza da parte delle istituzioni europee, anche se non immediata, che una crisi sanitaria e quindi economica di tali dimensioni potesse essere l’ultima occasione per la costruzione di un’ Europa come comunità di destini, che distribuisce solidarietà e viene incontro ai Paesi, realizzando una visione diversa di Europa.

Penso al Recovery fund, al MES, al rafforzamento della banca europea degli investimenti a favore delle liquidità delle PMI, al programma SURE. Questo ultimo strumento, più di altri ci ricorda come l’Europa stia provando ad uscire da una dimensione mercatista, per cercare di intervenire in una dimensione sociale.
Rispetto alla tematica della sanità, il cambiamento è stato sicuramente radicale perché il Covid ha sconvolto tutto il sistema. La materia della sanità che, precedentemente sulla base dell’ordinamento europeo così come si era andato configurando era affidata prevalentemente ai singoli Stati, è diventata invece sempre di più un tema dell’Unione, soprattutto per la necessità di rafforzare la collaborazione tra stati e potenziare la diffusione di buone pratiche.
Tra le iniziative del programma dei lavori della Commissione europea che abbiamo esaminato in commissione, mi preme evidenziare quella per la lotta contro il cancro e la prevenzione oncologica, quella per la prevenzione primaria e quindi no all’uso di fumo, riduzione nell’uso di alcol, promozione di una sana alimentazione e del movimento, infine, un piano per i dispositivi medici DPI. Tuttavia, la cosa più dirompente è che nel discorso sullo stato dell’Unione della Presidente Von Der Leyen per la prima volta si è parlato di un’ unione della sanità. Nella lotta al cancro ad esempio si rende protagonista il Parlamento europeo e questo significa rendere più protagonisti i territori, le regioni e gli Stati e quante cose come regione Emilia-Romagna possiamo dire sulla prevenzione primaria e sugli screening contro le neoplasie. Si è parlato anche del fatto che vi sarà una conferenza di livello europeo assolutamente strategica sulle nuove politiche sanitarie che si svolgerà in Italia. Mi immagino delle importanti evoluzioni all’interno del nuovo programma sul futuro dell’ Unione Europea .
Inoltre, servono nuove misure verso la fragilità della popolazione anziana. Nei nostri territori quasi un terzo delle famiglie è formato da un’unica persona che è prevalentemente donna e anziana. Questo vuol dire non solo che dobbiamo rivedere tutto un insieme di risposte legate alla non autosufficienza e alla fragilità, ma dobbiamo anche analizzare, ed in parte reimpostare, i nostri servizi quotidiani alla collettività in base a questo aumento delle fragilità. Ben venga che l’Europa ci dia alcuni strumenti e che insieme possiamo confrontarci su modelli diversi rispetto alle risposte da dare a queste percentuali di popolazione che stanno diventando sempre più prevalenti. Se oggi insistiamo tanto sulla sanità, credo che non si possa prescindere dalla necessità di una piena integrazione in essa del sociale.
Infine, per la prima volta il programma Eu4health definisce uno strumento unico europeo per poter introdurre ricerca, innovazione, sperimentazione in campo sanitario e abbiamo visto proprio come la pandemia renda indispensabile questa collaborazione tra i Paesi europei nell’ambito delle politiche sanitarie, e abbia rafforzato l’importanza della digitalizzazione e della condivisione dei dati.
Infine, all’interno di YouTh Guarantee garanzia giovani c’è un nuovo impegno sull’inserimento delle persone con disabilità giovani e sull’inclusione sociale tema che si è amplificato in questa pandemia.
La nuova programmazione del fondo sociale europeo darà spazio sia al tema della disabilità e dell’inclusione sociale sia al tema dell’invecchiamento della popolazione.
L’Europa deve sforzarsi di ascoltare i territori perché sono laboratori vicini ai bisogni delle persone in cui innovazione sociale ed economica da un lato è riconoscimento dei diritti dall’altro sono sempre andati a braccetto.

Sulla Gazzetta di Reggio le novità della nuova legge su Politiche giovanili e sociali

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“Una legge che armonizza sette norme regionali in materia di welfare al riordino istituzionale e cioè al superamento delle province e che introduce significative novità su casa, giovani e affidi”.  Commenta così Ottavia Soncini, consigliere regionale del Partito democratico e relatrice in Aula, l’approvazione da parte dell’Assemblea legislativa del progetto di legge sulle Modifiche legislative in materia di Politiche sociali, per le giovani generazioni e abitative, conseguenti alla riforma del sistema di governo regionale e locale.

“In tema di politiche abitative”, continua Soncini, “andiamo ad aiutare chi si trova in situazioni di difficoltà nel pagamento dell’affitto, introduciamo un aspetto di flessibilità che aiuterà loro ad avere una casa e, in più, avremo come Regione risorse maggiori da investire in edilizia residenziale sociale”. Il provvedimento modifica infatti la legge sulle politiche abitative a partire dalla proprietà indivisa (meno vincoli per trasformarla in proprietà individuale), e quindi possibilità per le società cooperative di vendere gli alloggi agli affittuari se c’è l’accordo di almeno il 50% dei soci (e non del 100% come richiesto oggi).

“Sono particolarmente contenta delle norme che riguardano le politiche a favore dei giovani”, prosegue Soncini, “conosciamo e riconosciamo i giovani con risposte più precise; andiamo a valorizzare con forza tutti i luoghi di aggregazione e condivisione, le agenzie educative esterne: oratori, parrocchie, centri per le famiglie, associazioni culturali e sportive, scout, associazioni del Terzo settore che lavorano con i giovani e che possono dare una mano concreta alle Istituzioni pubbliche e ai servizi sul territorio. Novità rilevanti che fanno camminare le leggi regionali con i cambiamenti della società. Va detto che in questa legislatura abbiamo tracciato una nuova prospettiva con il tentativo di ricalibrare le risorse regionali a favore di minori, adolescenti e famiglie: il servizio civile regionale e il primo piano triennale sul servizio civile, il bando adolescenza, i centri per le famiglie, sono tutte voci che vedono un maggiore stanziamento a partire dal 2015.”

“Inoltre”, spiega ancora Soncini, “per quanto riguarda il tema affidi, dovrà essere rispettato un ordine che vede le famiglie al primo posto, i nuclei mono- genitoriali al secondo e le strutture residenziali al terzo, così come prevede la normativa nazionale (mentre al momento la legge regionale parifica famiglie e strutture residenziali). In Emilia Romagna abbiamo infatti un numero di affidi familiari inferiore rispetto a quelli di altre regioni e prevalgono quelli in comunità. Abbiamo deciso di dare la spinta all’affido familiare, senza promuoverlo solo a parole. Ovviamente resta la decisione del giudice del Tribunale per i minorenni, che farà la scelta migliore nell’interesse del minore”. Sono infatti 3.372, su una popolazione di 712.298 i minori residenti sul territorio regionale, i bambini e i ragazzi che nel 2014 si sono trovati, per condizioni diverse, a

vivere al di fuori delle famiglie d’origine. Tra questi, 1.519 sono stati accolti da famiglie che si sono rese disponibili ad accoglierli a tempo pieno o parziale. Altri 1.853 sono stati invece affidati a comunità. Questi i dati resi noti dall’Osservatorio regionale per l’infanzia e l’adolescenza nell’ambito di un recente convegno che si è tenuto in Regione. Le province che accolgono il maggior numero di bambini sono Reggio Emilia (258), Modena (231) e Bologna (171), secondo gli ultimi dati disponibili al 1 Gennaio 2014.

“Porgiamo una mano al terzo settore”, conclude Soncini, “semplifichiamo l’iscrizione nel registro regionale a tutte le Associazioni di promozione sociale già iscritte nel Registro nazionale con articolazioni sul nostro territorio. Il welfare pubblico emiliano romagnolo deve tanto al privato sociale, alle associazioni, alle cooperative sociali, al volontariato, ai singoli volontari, sempre a contatto con i bisogni individuali dei cittadini”. Infine, l’abolizione della Consulta regionale per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati, la cui funzione viene già svolta da altri organismi che assicurano la rappresentanza di tutti i cittadini.

Il testo armonizza e riordina la disciplina vigente nelle materie afferenti alle politiche sociali, al Terzo settore, alle politiche giovanili e a quelle abitative rispetto al nuovo assetto istituzionale uscito dalla riforma del sistema di governo regionale e locale (L.r. 13/2015), a iniziare dalle funzioni prima in capo alle Province.

Politiche giovanili e sociali, la nuova legge approvata in Assemblea

 

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“In tema di politiche abitative”, continua Soncini, “andiamo ad aiutare chi si trova in situazioni di difficoltà nel pagamento dell’affitto, introduciamo un aspetto di flessibilità che aiuterà loro ad avere una casa e, in più, avremo come Regione risorse maggiori da investire in edilizia residenziale sociale”.
“Per quanto riguarda le politiche giovanili”, prosegue Soncini, “diamo il via al rafforzamento territoriale di progetti per ragazzi ed adolescenti, una rete che va dalle scuole agli oratori. Andiamo a valorizzare tutti i luoghi di aggregazione, socializzazione, condivisione: oratori, parrocchie, associazioni culturali e sportive, scout. Tutte devono essere messe in grado di lavorare nel pieno delle loro potenzialità e nel dialogo con le Istituzioni per dare spazio ai tantissimi giovani che sul nostro territorio hanno voglia di mettersi in gioco con spirito civico, basti pensare all’altissimo numero di richieste di partecipazione ai progetti di servizio civile”.
“In terzo luogo”, spiega ancora Soncini, “per quanto riguarda invece l’affido familiare, adeguiamo la normativa regionale a quella nazionale. In Emilia Romagna abbiamo infatti un numero di affidi familiari inferiore rispetto a quelli di altre regioni e prevalgono quelli in comunità. Abbiamo definito dunque una priorità fra i soggetti a cui possono essere affidati i minori: al primo posto le famiglie, poi i nuclei mono-genitoriali, quindi le strutture residenziali. In poche parole vogliamo dare la spinta all’affido familiare, senza continuare a promuoverlo solo a parole. Ovviamente resta la decisione del giudice, che può decidere la destinazione migliore a seconda dei casi, nell’interesse del minore”.
“Porgiamo una mano al terzo settore”, conclude Soncini, “semplifichiamo l’iscrizione nel registro regionale a tutte le Associazioni di promozione sociale già iscritte nel Registro nazionale. Il welfare emiliano romagnolo deve tanto a loro, alle cooperative sociali, al privato sociale, al volontariato, a tutte quelle realtà che hanno caratteristiche di capillarità e agilità sul territorio, sempre a contatto con i bisogni individuali dei cittadini”.

Abbattimento barriere architettoniche in edifici privati, accolte tutte le 53 domande reggiane

 

 

“Serve innanzitutto concretezza”, sostiene la consigliera regionale Ottavia Soncini, componente della Commissione Sanità e politiche sociali, “e sono estremamente lieta di annunciarvi che la Regione accoglierà tutte le 53 domande di contributo per l’abbattimento delle barriere architettoniche in edifici privati presentate dai Comuni della Provincia di Reggio sul Fondo Regionale. Ci auguriamo che lo Stato riprenda quanto prima a finanziare le graduatorie nazionali”. 

“Noi abbiamo scelto tra gli obiettivi finanziabili dall’assestamento di bilancio”, prosegue Soncini, “questa priorità. Il nostro compito amministrativo viene assolto, stando in primo luogo dalla parte dei cittadini che incontrano quotidiane difficoltà nella gestione della loro vita”.

Il Fondo regionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche è stato istituito dalla Regione Emilia-Romagna tramite legge (la 24 del 2001, modificata dalla legge 24 del 2013), proprio a fronte del mancato rifinanziamento del Fondo nazionale, previsto dalla legge 13/1989, e con l’obiettivo di dare risposta alle numerose domande per l’eliminazione e l’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici privati. 

“Le domande di contributo raccolte dai Comuni sono state 468 in tutto il territorio regionale, 53 quelle provenienti da Reggio e Provincia“, spiega Soncini. “Con l’assestamento di bilancio approvato martedì, grazie al milione di euro aggiuntivo rispetto a quello previsto sul piano casa, arriviamo alla cifra complessiva di due milioni di euro che ci permetterà di coprire tutte le domande“.

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Ottavia Soncini presenta in Aula il Progetto di Legge sulla Fusione dei comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto

Grazie Presidente,

mi rivolgo a questa assemblea e idealmente ai cittadini di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto. Oggi siamo qui per parlare del futuro delle loro comunità. Sono quattro comuni dell’alto Appennino reggiano i cui cittadini saranno chiamati ad esprimersi sul processo di fusione. Quest’Assemblea dovrà deliberare proprio l’indizione del referendum consultivo.

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Uno dei passaggi conclusivi di un percorso ormai maturo, con la richiesta dei Comuni del 31 ottobre 2013 alla Giunta di esercitare l’iniziativa legislativa per l’istituzione di un unico nuovo comune. Processo legislativo che si è interrotto in uno stato avanzato per lo scioglimento dell’assemblea legislativa della precedente legislatura.

Al presidente Bonaccini, alla Giunta, va un ringraziamento per avere sostenuto con determinazione la necessità di un processo di riordino territoriale, un processo che ci chiama ad immaginare i prossimi decenni della Regione e della vita dei cittadini in una forma istituzionale nuova, premessa di uno sviluppo anche di carattere culturale, civile ed economico.

Siamo chiamati qui ora a dimostrare la capacità di dare risposte adeguate ai bisogni dei cittadini, in questo tempo, in tempi rapidi. Parliamo di una riforma, che porta ad una semplificazione, non soltanto del procedimento legislativo ma anche dei diversi livelli istituzionali e dell’organizzazione della nostra Regione sul territorio.

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