La montagna come opportunità: in Emilia-Romagna approvato un progetto di legge alle Camere per rilanciare la vita e il lavoro in Appennino

“È una legge sulla fiscalità della montagna, non un provvedimento generico” Con queste parole i consiglieri regionali Ottavia SonciniFederico AmicoStefania BondavalliAndrea Costa e Roberta Mori, hanno commentato l’approvazione della Proposta di Legge alle Camere Fiscalità Incentivante per le Aree Montane Appenniniche Svantaggiate.

La visione che emerge dalla proposta di legge e che ha trovato l’appoggio degli enti locali, dei sindacati, delle associazioni di rappresentanza delle imprese, è chiara: “Attraverso incentivi fiscali mirati e strategie di alleggerimento tributario, puntiamo a creare un ambiente economico più favorevole per le aziende e le attività esistenti e attrattivo per nuovi investitori. L’obiettivo è duplice: da un lato, sostenere e potenziare le attività economiche locali, dall’altro, incentivare l’avvio di nuove iniziative imprenditoriali che possano trarre vantaggio dalle unicità del territorio. – spiegano i consiglieri che sintetizzano poi le misure principali introdotte dalla proposta di legge –  Sono stabilite agevolazioni fiscali e contributive per microimprese, piccole e medie imprese, un credito d’imposta per chi trasferisce la propria residenza nelle aree appenniniche o vi acquista la casa principale con un riferimento particolare al personale sanitario e docente, la deduzione totale delle tasse scolastiche e dei costi per il trasporto pubblico locale per i residenti nelle aree di applicazione della legge e il rimborso integrale dell’importo derivante dall’IMU dal 2025 al 2034 a favore dei Comuni in modo da rafforzarne le finanze. Noi, a differenza di quanto proposto dal centrodestra, vogliamo valorizzare e aumentare l’autonomia comunale”.

La proposta di legge, di iniziativa dei Consiglieri del Partito Democratico, dopo la sua approvazione viene quindi sottoposta al Parlamento affinché possa stimolare un lavoro uniforme in tutto il territorio nazionale.

“È un testo – concludono i consiglieri – che offre un approccio inclusivo. Un impegno concreto per il rilancio e lo sviluppo delle aree montane appenniniche, zone che negli anni hanno affrontato sfide demografiche ed economiche significative su cui come Regione abbiamo investito moltissimo con politiche che oggi iniziano a dare primi frutti: da tre anni in molti comuni dell’Appenino emiliano romagnolo è iniziata una inversione di tendenza sulla popolazione. Proprio per questo è importante oggi avere un quadro legislativo nazionale che permetta di agire in modo costante sulle leve che sappiamo essere utili al superamento di gap di sviluppo. Ora la nostra legge è stata indirizzata alle Camere del Parlamento che hanno la piena capacità di intervenire nei fatti”.

Poste, i consiglieri PD reggiani interrogano la Regione sui servizi postali in Appennino

Soncini: “Poste presidio fondamentale nelle aree montante”

L’ufficio postale di Gazzano di Villa Minozzo ad oggi rimane aperto appena 10 ore e mezza alla settimana per sole due mattine, quella del lunedì e del venerdì. “Stiamo parlando dell’unico presidio pubblico in un paese di montagna e spiace che l’apertura sia garantita per soli due giorni. Peraltro ci sono stati segnalati disservizi causati dalla scarsa connettività dell’area” riportano i consiglieri regionali reggiani del Partito Democratico Ottavia Soncini, Andrea Costa e Roberta Mori.

“Di per se, le aperture ridotte o addirittura la chiusura degli uffici postali o di sportelli bancari in Appennino rappresenta sempre una cattiva notizia, dato che tali scelte finiscono per penalizzare e impoverire un territorio già di per sé svantaggiato. – proseguono, sottolineando – In Emilia-Romagna stiamo facendo uno sforzo massiccio, con risorse economiche e gestionali inedite, per valorizzare le aree interne e montane, contrastando la rarefazione dei servizi”.

A riguardo hanno quindi deciso di presentare un’interrogazione alla Giunta regionale, a prima firma Soncini e sottoscritta anche dai colleghi Costa e Mori. “A partire dal caso di Gazzano di Villa Minozzo, chiediamo alla Regione se non ritenga opportuno avviare con Poste italiane un confronto volto a garantire che l’ufficio postale dei Comuni dell’Appennino che scontano criticità come la bassa densità abitativa e collegamenti disagevoli, possano tornare a modalità di funzionamento meglio rispondenti alle esigenze dei residenti”.

“Infine, oltre alle difficoltà fisiche, segnaliamo anche quelle digitali per realtà come quella di Gazzano. Perciò chiediamo quali progetti siano attivi in regione per migliorare la connettività nelle zone appenniniche, delle aree interne e in generale delle zone marginali emiliano-romagnole” concludono i consiglieri regionali.

Dissesto idrogeologico, all’Emilia-Romagna 21 milioni di euro sui 102 necessari

21 milioni di euro rispetto ai 102 necessari a completare il piano per la prevenzione del rischio idrogeologico e la messa in sicurezza del territorio messo a punto dalla Regione, che prevede 89 interventi da Piacenza a Rimini, opere già tutte cantierabili entro l’anno. È la quota di fondi che il ministero dell’Ambiente ha destinato all’Emilia-Romagna. Una comunicazione, quella del dicastero, appena arrivata sui tavoli della Regione, per uno stanziamento certo insufficiente che ha spinto il presidente della Giunta, che è anche Commissario straordinario per il rischio idrogeologico, a scrivere al ministero dell’Ambiente per chiedere il rispetto degli impegni presi, oltre a inviare a Roma l’elenco dei primi 18 interventi, i più urgenti, che partiranno coi 21 milioni disponibili.

È dunque necessario che venga attivato un percorso alternativo, di cui già si era discusso. Fin dall’autunno scorso, infatti, la Regione Emilia-Romagna aveva chiesto che si potesse accedere ai mutui Bei (Banca europea degli investimenti) per far partire i cantieri, e il ministro, nell’ultima cabina di regia, si era impegnato in tal senso. Ora, la Regione si aspetta che si dia seguito il più velocemente possibile a quanto garantito, perché gli interventi programmati sono tutti assolutamente necessari per mettere in sicurezza l’intero territorio regionale.

L’aupiscio – sottolinea la Regione – è che il Governo voglia confermare l’impegno a mettere mano alla cura del territorio; per questo andrebbero attivati i mutui Bei, così come il ministro all’Ambiente si era impegnato a fare nel caso di fondi insufficienti. L’Emilia-Romagna è pronta: con le risorse in arrivo partiranno i primi interventi, ma tutte le opere previste sono necessarie e urgenti. In precedenza era stato rispettato l’accordo col Governo completando in tempi rapidissimi la programmazione degli interventi, adesso la richiesta è quella di essere messi nelle condizioni di lavorare per la sicurezza dei territori e delle comunità locali. Ed è per questo che la Regione è già impegnati sulla progettazione di nuovi cantieri pronti a partire nel 2020.

I primi 18 interventi che partiranno

In particolare, i 21 milioni di euro in arrivo da Roma serviranno a finanziare 2 interventi a Piacenza per un totale di 700mila euro ; 5 a Parma per un totale di 7 milioni e 650 mila euro; 2 a Reggio Emilia per un totale di 600mila euro; 2 a Modenaper un totale di 2milioni 530mila euro; 2 a Ferrara per un totale di 3 milioni e 60mila euro; 1 a Ravenna per un totale di oltre 2 milioni 690mila euro; 2 a Forlì-Cesena per un totale di 2 milioni e 200 mila euro; 2 a Rimini per un totale di 2 milioni e 250mila euro.

Lotta al dissesto e prevenzione, l’intero Piano regionale: 89 i cantieri previsti

Dal consolidamento di versanti in frana alla riapertura di strade comunali e provinciali chiuse a causa di cedimenti e dissesti, da nuove arginature alla realizzazione di casse di espansione, dai tagli della vegetazione nei corsi d’acqua al rifacimento di scogliere e opere a protezioni del litorale: la Regione nella lettera inviata al ministero dell’Ambiente il 15 aprile scorso, ha indicato tutti gli interventi previsti.

Si tratta di opere prioritarie per la sicurezza del territorio che, una volta ottenuta la copertura finanziaria, possono essere appaltate entro il prossimo dicembre e quindi in tempi rapidi, grazie appunto all’attività di progettazione svolta dagli uffici regionali e dalle strutture tecniche già nei mesi scorsi.

In particolare, per 20 cantieri – valore totale pari a circa 24 milioni e 300 mila euro – si propone l’assegnazione dei fondi stanziati con la legge di bilancio nazionale e già nelle disponibilità del ministero. Per i restanti 69 cantieri, da oltre 77 milioni e 600 mila euro, la Regione chiede invece l’attivazione di ulteriori canali di finanziamento, dando seguito all’impegno assunto dallo stesso ministero il 19 marzo, incontrando le Regioni.

Nel complesso, sono previsti 9 interventi a Piacenza (16 milioni 185 mila e 500 euro); 10 a Parma (10 milioni e 630 mila euro); 10 a Reggio Emilia (4 milioni e 700 mila euro); 17 a Modena (20 milioni e 150 mila euro); 4 a Bologna (2 milioni e 750mila euro); 21 a Ferrara (18 milioni e 40 mila euro), 4 a Ravenna (12 milioni e 200 mila euro), 8 a Forlì-Cesena (11 milioni e 250 mila euro) e 6 a Rimini (6 milioni e 50 mila euro).

Gli interventi finanziati nel reggiano:

BAISO Consolidamento e messa in sicurezza del dissesto idrogeologico che coinvolge Montecchio e Montecasale € 300.000,00

SCANDIANO Completamento lavori di consolidamento della frana di Mazzalasino € 300.000,00

Gli altri interventi cantierabili e ancora in attesa di finanziamento nel reggiano

BAISO Completamento ripristino funzionalità idraulica e danni a strutture della briglia Cà del Pino, funzionali alla continuità ecologica e tutela fauna ittica € 300.000,00

CANOSSA Ripristino officiosità idraulica e ripascimento erosioni lungo il torrente Enza fra il torrente Termina e il rio Pietragrossa € 300.000,00

VILLA MINOZZO Interventi di sistemazione idraulica nel bacino del fiume Secchia: asta principale in località Ponte Secchia (Toano) , Debbia (Baiso) e asta del Torrente Dolo da Cerredolo a Morsiano in Comune di Villa Minozzo € 400.000,00

QUATTRO CASTELLA Lavori per la messa in sicurezza del “Lago della Contessa”, in località Bianello di Quattro Castella € 400.000,00

QUATTRO CASTELLA Messa in sicurezza e consolidamento delle arginature del rio Enzola in comune di Quattro Castella € 400.000,00

CANOSSA Ripristino e consolidamento dell’opera di derivazione irrigua, traversa, posta sul torrente Enza in comune di Canossa a servizio del Canale Ducale d’Enza € 800.000,00

CAMPEGINE Interventi di adeguamento idraulico in località Case Cocconi in comune di Campegine € 250.000,00

Scuole e parchi, piazze e edifici pubblici: dalla Regione 3,9 milioni di euro per i progetti di rigenerazione urbana e riuso del patrimonio esistente di 5 comuni reggiani

Scuolebibliotecheedifici pubbliciparchi, piazze, edifici storici spazi pubblici. E ancora, recupero di alloggi di proprietà pubblica e social housing. La svolta sul consumo zero di suolo in Emilia-Romagna fa un suo primo importante passo avanti: sono 37 i Comuni e le Unioni ammessi a contributo grazie al bando per la rigenerazione urbana per uno stanziamento complessivo di 36,5 milioni di euro. A partire da capoluoghi 
come ParmaBolognaRavennaRiminiFerraraModena e Reggio Emilia, fino ai Comuni nel piacentino e in tutte le altre province, le amministrazioni hanno presentato strategie di riqualificazione ambientale e degli spazi urbani, e di riuso del patrimonio edilizio esistente per città più belle, verdi e vivibili, e per comunità attive e coinvolte.

Si tratta dei primi interventi conseguenti alla legge urbanistica regionale, approvata a fine 2017. Grazie ai fondi – 30 milioni di euro dal Fondo di sviluppo e coesione e 6,5 milioni dalla Cassa depositi e prestiti per l’housing sociale – la Regione finanzia piani promossi da Comuni singoli e associati o Unioni di Comuni per migliorare la qualità urbana e sociale dei centri abitati.  Ogni progetto avrà un sostegno fino a 2 milioni e mezzo di euro, con un co-finanziamento da parte dei Comuni che porterà a interventi per circa 100 milioni di euro.
Ora si apre la fase di concertazione tra Comuni selezionati e Regione che porterà alla firma di un vero e proprio ‘contratto di rigenerazione urbana’, con il dettaglio degli interventi e delle azioni proposte, il piano economico-finanziario e il relativo cronoprogramma di attuazione. Entro il 31 dicembre 2019 i Comuni che si candidano a realizzare gli interventi utilizzando le risorse del Fondo di sviluppo e coesione dovranno avere appaltato i lavori, pena la decadenza dall’assegnazione delle risorse e la revoca di quelle erogate.   

La legge escludeva opere spot svincolate dal contesto socio-ambientale. Sono stati quindi premiati i Comuni che hanno presentato una progettazione a 360 gradi, grazie a una strategia complessiva di rigenerazione urbana capace di mettere insieme soluzioni edilizie innovative, spazi verdi e per la collettività, cessazione di situazioni di degrado o sfregio ambientale, coinvolgimento attivo delle realtà locali. Enti impegnati a privilegiare gli interventi di riqualificazione e riuso del patrimonio edilizio e infrastrutturale esistente, abbandonando la vecchia logica dell’espansione urbana senza limiti a discapito delle esigenze di salvaguardia del territorio e del verde extraurbano.
Di fronte alle 120 domande arrivate dai Comuni, le graduatorie resteranno in vigore per 24 mesiconsentendo ulteriori finanziamenti.

L’aspetto innovativo del bando, a cui le amministrazioni hanno risposto, consisteva nel mettere al centro della pianificazione comunale, la rigenerazione come motore di sviluppo del territorio con ricadute ed effetti anche sul tessuto socioeconomico, oltre che urbano, e come strumento cardine per migliorare la qualità e la attrattività dei centri abitati. 

I Comuni ammessi a finanziamento nel reggiano

Al Comune di Reggio Emilia spetteranno 1,5 milioni di euro per il progetto strategico di rigenerazione urbana della stazione Santa Croce; San Martino in Rio con 550 mila euro per il nuovo parco La Nave, Casina con 1 milione di euro per la rigenerazione partecipata del centro urbano, Boretto con 520 mila euro per interventi nel centro storico e riqualificazione alloggi e San Polo d’Enza con 311.500  euro per riqualificazione di aree sportive e housing sociale.

No a opere spot, cantierabilità certa e copertura finanziaria
Le candidature sono state valutate sulla base della qualità complessiva della strategia di rigenerazione, della concreta fattibilità e della copertura finanziaria degli interventi e delle azioni previste, in particolare per quanto riguarda la quota obbligatoria di cofinanziamento. E ancora: coerenza e efficacia della strategia sotto i profili ecologico-ambientaleurbanistico-architettonico e, infine, sociale, culturale ed economico.

Punteggi aggiuntivi sono stati assegnati a progetti che contribuiscono alla qualificazione attraverso concorsi, di intervento sulle stazioni come nodi di interscambio della rete dei trasporti regionale e per la mobilità sostenibile.

Le graduatorie, gli aggiornamenti e le informazioni sulle procedure da seguire sono on line sul sito  http://territorio.regione.emilia-romagna.it/riqualificazione-urbana

 In allegato:
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Domande ammesse a contributo1.docx

Domande ammesse a contributo2.docx

Tab_InterventiFinanziati.docx

A fianco dei Comuni per i nuovi Piani urbanistici: dalla Regione 1,8 milioni di euro

Dalla Regione Emilia-Romagna in arrivo quasi 2 milioni di euro per sostenere Comuni ed Unioni di Comuni nella formazione dei Piani Urbanistici Generali.

Risorse che si aggiungono ai 36,5 milioni di euro stanziati dalla Regione per sostenere progetti di riqualificazione e rigenerazione urbana. Con l’obiettivo di realizzare i tre principi della nuova Legge Urbanistica regionale: stop al consumo di suolo, rigenerazione urbana e qualità nella pianificazione e progettazione!

In Provincia di Reggio Emilia sono stati finanziati 3 progetti con risorse pari a 260 mila euro:

UNIONE VAL D’ENZA: contributi di 100.000 €

GUASTALLA: contributi di 90.000 €

SAN MARTINO IN RIO: contributi di 70.000 €

Territorio, un milione di euro per strade, scuole e edifici pubblici colpiti dal maltempo

Nuove risorse, quasi un milione di euro, per fronteggiare le emergenze e tornare alla normalità nei comuni colpiti dai violenti fenomeni di maltempo che hanno interessato l’Emilia-Romagna nel corso di quest’anno. Oltre alla messa in sicurezza delle strade e alla ripulitura e rimozione dai detriti, gli interventi riguarderanno le spese sostenute dai Comuni per l’assistenza alla popolazione, la sicurezza di edifici pubblici, l’allestimento o adattamento di scuole e palestre, indispensabili per far tornare alla normalità i ragazzi e i bambini dei paesi colpiti e le loro famiglie.

È quanto prevede il provvedimento approvato nell’ultima seduta dalla Giunta regionale, con uno stanziamento di quasi un milione di euro per interventi di messa in sicurezza di strade, infrastrutture, scuole, edifici pubblici e privati. Si tratta di contributi che la Regione riserva alla gestione delle emergenze, la tutela dell’incolumità pubblica e il ritorno alla normalità, anche a sostegno dei Comuni e della Protezione civile che sono ricorsi a mezzi e misure straordinarie.

Gli interventi in provincia di Reggio Emilia
Vengono finanziati sei interventi sulla viabilità comunale a Carpineti, Toano, Ventasso, Vetto e Quattro Castella per una somma complessiva di 525mila euro:

  • Carpineti si interviene sulla viabilità di accesso alla Pieve di San Vitale, con lavori di regimazione acque, di contenimento e ripristino del piano viabile in via Santa Caterina, di sistemazione di via Verabolo (110mila euro).
  • Toano sono destinati 155mila euro per due interventi: la sistemazione di strade interessate da dissesti ed il ripristino di cunette e attraversamenti stradali nella località principale e nella frazione di Corneto (120mila euro); la trasformazione e l’adattamento dei locali di una ex banca per allestire urgentemente gli spazi di scuola primaria della frazione di Cavola (35mila euro).
  • Ventasso si interverrà sulla strada comunale Collagna-Succiso (Pratizzano-Vallisnera -Valbona) per ripristinare e mettere in sicurezza la carreggiata ceduta, consolidare le opere di contenimento a monte e a valle del piano viabile (105mila euro).
  • Al Comune di Vetto andranno 120mila euro per rendere sicuro il transito su strade comunali interessate da smottamenti in diverse località.
  • Una parte di risorse (35mila euro) serviranno a rifondere il Comune di Quattro Castella delle spese di ripulitura dai detriti della piazza e dei tratti tombati e di quelle sostenute per l’assistenza alla popolazione a seguito dell’esondazione dei rii Bianello, Enzola e da Corte, innescata dalle intense piogge della primavera di quest’anno.

Maltempo 2018: 387mila euro nel reggiano per corsi d’acqua, frane e strade

Saranno 40 i cantieri che apriranno a breve, da Piacenza Rimini, per far fronte ai danni causati da diversi episodi di maltempo che si sono susseguiti nel corso di quest’anno in Emilia-Romagna. Sul piatto oltre 2 milioni di euro (2 milioni e 265 mila) che la Giunta regionale ha stanziato con provvedimento per intervenire sulla sicurezza di fiumi e versanti, la sistemazione di argini e difese spondali, la riapertura della viabilità dove interrotta da dissesti e per evitare isolamenti di frazioni e centri abitati.

Nel dettaglio sono 5 gli interventi nel reggiano:

  1. A Baiso la Regione finanzia gli interventi per la messa in sicurezza della sponda sinistra del fiume
    Secchia tra la briglia della centrale idroelettrica ed il ponte di Cerredolo (80mila euro).
  2. A Quattro Castella si investono 87mila euro per prevenire il rischio idraulico sul Rio Bianello.
  3. A Toano vengono destinate risorse pari a 30mila euro per pulire e ripristinare il tombamento e le opere di
    difesa alla confluenza dei fossi demaniali di Rudellano e del Mugnaio.
  4. A Vetto per il completamento della transitabilità in località Costaborga si investono 60mila euro.
  5. A favore del Comune di Brescello, alluvionata per l’esondazione del fiume Enza dell’11 e 12 dicembre 2017,
    vengono destinati 130mila euro.

Regione e Territorio: strategie e progetti | Martedì 4 settembre ore 21.00 | Festareggio

Martedì 4 settembre vi aspetto alle 21:00 presso Piazza Grande di Festareggio per l’iniziativa “Regione e Territorio: strategie e progetti“.

Saranno presenti Raffaele Donini (Assessore ai trasporti e infrastrutture Regione ER), Marcello Moretti (Consigliere provinciale delegato alle infrastrtture) e Alex Pratissoli (Assessore all’urbanistica Comune Re).

Per ciascuna persona e impresa, per la politica e la comunità, prima o poi arriva il momento di prendere una posizione perché giusta.

La Regione Emilia-Romagna non si piega, non si ferma: da nessuna parte al mondo si è mai visto un paese che cresca senza investimenti nelle infrastrutture. Il Governo Legastellato non si è espresso in modo chiaro sul futuro di opere attese da decenni dal nostro territorio, come la Cispadana, la bretella di Rivalta, la tangenziale di Rubiera, la tangenziale di Fogliano, la tangenziale nord di Reggio.

Martedì sera parleremo di questo, di mobilità sostenibile e consumo di suolo; insomma, proveremo a parlare insieme di futuro.

Appennino, 13,5 milioni di euro contro il dissesto del territorio: 431 opere realizzate dai Consorzi di bonifica nel 2017

431 interventi per opere di sicurezza territoriale e contro il dissesto in Appennino. Interventi realizzati lo scorso anno dai Consorzi di bonifica dell’Emilia-Romagna, che hanno reinvestito nelle aree montane della regione il 73,5% dei contributi di bonifica riscossi: 13,5 milioni di euro sul totale di 18,4 milioni. Obiettivo: accrescere la sicurezza del territorio con azioni di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico.

Stamattina, in Regione a Bologna, è stato fatto il punto con gli assessori alla Difesa del suolo Paola Gazzolo e Agricoltura Simona Caselli, in occasione della Conferenza annuale sull’attuazione del Protocollo d’intesa firmato nel 2013 da Regione Emilia-Romagna, Unione nazionale Comuni ed Enti montani (Uncem), Associazione nazionale Consorzi di bonifica (Anbi) Emilia-Romagna per dare piena applicazione alle disposizioni regionali (Legge r. 7/2012) e utilizzare a favore del territorio dell’Appennino i proventi del contributo di bonifica, salva la quota proporzionale relativa alle spese generali di funzionamento dei Consorzi.

I lavori realizzati lo scorso anno hanno riguardato il presidio dei torrenti e fossi minori, il consolidamento dei versanti della montagna, la manutenzione della vegetazione lungo i corsi d’acqua, delle strade e degli acquedotti di bonifica in diverse località in vari comuni a Piacenza, Parma, Modena, Reggio Emilia, Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.

Gli interventi previsti quest’anno 

Entro l’estate, la Regione approverà inoltre il bando del Programma di sviluppo rurale da16 milioni 800 mila euro per sostenere interventi di riduzione delle conseguenze di calamità naturali, avversità climatiche e la prevenzione dei fenomeni franosi. Una misura di enorme importanza per la salvaguardia dei terreni agricoli nell’Appennino a cui i Consorzi di Bonifica e le Unioni di Comuni montani potranno contribuire grazie alle loro capacità tecniche e operative.

Tra le novità annunciate per quest’anno, la semplificazione delle procedure per lo svolgimento dei lavori a cura dei Consorzi di bonifica. In particolare non sarà più necessaria l’autorizzazione sul vincolo idrogeologico che i Consorzi ora devono richiedere alle Unioni dei Comuni Montani o agli altri enti delegati da parte della Regione. Per svolgere i lavori, basterà una semplice comunicazione come previsto per le opere svolte da Province e Regione. La Regione punta anche a far crescere il numero di convenzioni per la gestione del reticolo idrografico minore, previsto anche da una specifica legge regionale (la 16/2017 sulle norme in campo ambientale).

I Consorzi di bonifica e la loro attività 

In tutto sono 7 i Consorzi di bonifica dell’Emilia-Romagna che hanno competenze su 12 mila chilometri quadrati di territorio regionale di montagna, pari al 52% dell’estensione dell’intera regione.

Tutti reinvestono in montagna oltre il 70% dei proventi della contribuzione raccolta in Appennino. Il Consorzio di bonifica della Romagna occidentale ha attivato 33 cantieri con il 76,22% dei 3 milioni 120 mila euro in tutto introitati.

Segue il Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale che, su circa 2 milioni 900 mila euro circa di contribuenza montana, ne ha investito il 75,64% in 60 cantieri; il Consorzio della bonifica Renana con il 74,76% dei 3 milioni 726 mila euro incassati per 59 interventi; il Consorzio della bonifica Burana con il 74,62% di 1 milione 368 mila euro per 31 opere; il Consorzio di bonifica di Piacenza con il 72,04 del totale di 1 milione 475 mila euro per 52 lavori.

La Bonifica parmense ha reinvestito il 70,47% della contribuenza montana di 3 milioni 118 mila euro per 136 cantieri e il Consorzio di bonifica della Romagna il 70,31% di 2 milioni 662 mila euro per 60 interventi.

Tra i dati presentati oggi, oltre all’aumento della percentuale di investimento che in media passa dal 66% del 2016 al 73.5% del 2017, è emerso anche l’aumento complessivo del 15% degli investimenti effettuati dai Consorzi (a fronte di un aumento medio della contribuenza del 3,5%) e una crescita del 30% dei lavori in appalto. Sono invece diminuite del 9% le spese di funzionamento e dell’8% le spese di riscossione e tenuta catasto.

Dalla Regione 15,2 milioni di euro per migliorare la qualità dei vini ‘made’ in Emilia-Romagna

Una produzione di qualità. L’Emilia-Romagna punta sulle migliori caratteristiche dei propri vini per far crescere la competitività del settore, valorizzando le tipologie più richieste da mercato e consumatori.

Per le imprese agricole emiliano-romagnole sono in arrivo oltre 15, 2 milioni di euro per la ristrutturazione e riconversione dei vigneticon l’obiettivo di migliorare la qualità, rafforzare l’identità delle produzioni Dop e Igp e il legame con il territorio, favorire l’ammodernamento degli impianti e abbassare i costi di produzione.  È questa la dotazione finanziaria del bando, approvato dalla Giunta regionale, che rende disponibili le risorse assegnate dal Ministero delle politiche agricole per la campagna 2018/2019, previste dal Piano nazionale di sostegno.

Cosa prevede il bando: obiettivi e interventi 
Obiettivi principali del bando (delibera n. 770/2018), rivolto a imprenditori agricoli singoli o associati, sono  proseguire nel rinnovo dei vigneti e favorire il ricorso alla meccanizzazione delle operazioni colturali per aumentare la competitività delle aziende vitivinicole.

Per l’assegnazione dei finanziamenti, l’intero territorio regionale è stato suddiviso in tre macro aree (pianura emiliana, pianura romagnola e litoranea, e collina) e sono stati fissati gli importi delle spese ammesse e dei contributi erogabili nelle diverse aree a seconda del tipo di intervento e dei lavori eseguiti (estirpazione, reimpianto, sovrainnesto, ecc.). La superficie minima d’intervento è di mezzo ettaro, mentre il contributo concesso non può in ogni caso superare il 50% della spesa ammessa per la realizzazione delle opere.

Nel dettaglio gli interventi finanziati prevedono diverse tipologie: riconversione varietale, vale a dire il reimpianto di una varietà di vite di maggior pregio enologico o commerciale o sovrainnesto su impianti ritenuti razionali per forma di allevamento; ristrutturazione, cioè collocazione del vigneto in una posizione più favorevole o reimpianto con modifiche alla forma di allevamento; reimpianto per ragioni sanitarie o fitosanitarie; infine miglioramento o razionalizzazione delle tecniche di gestione dei vigneti (irrigazione, meccanizzazione ecc) o sostituzione con un nuovo impianto più efficiente.

Per quanto riguarda il termine dei lavori di ristrutturazione, le disposizioni regionali consentono di concludere entro il 31 maggio 2019, per chi chiede il pagamento a saldo, o il 31 maggio 2020 per chi chiede il pagamento in anticipo.  Le domande di contributo possono essere presentate sulla piattaforma Siag di Agrea, l’Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura, fino al prossimo 30 giugno.