*Lettera pubblicata su La Libertà – Settimanale cattolico reggiano nell’edizione del 30 aprile 2024
Liste di attesa lunghissime spingono i cittadini più benestanti a rivolgersi alla sanità privata, mentre gli altri, spesso, rinunciano a curarsi. Secondo l’Istat, nel 2023, hanno rinunciato alle cure il 7,6% dei cittadini italiani, cioè oltre 4,5 milioni di persone.
L’Istat scorpora anche i motivi delle rinunce. È raddoppiata la quota di chi ha rinunciato per problemi di lista di attesa, passando dal 2,8% nel 2019 al 4,5% nel 2023. Sono invece stabili le rinunce per motivi economici, da 4,3% nel 2019 a 4,2% nel 2023, ma comunque in aumento rispetto al 2022: +1,3 punti percentuali in un anno.
Sono quindi anche le liste di attesa ad allontanare i cittadini dalla sanità pubblica. Per chi, come noi, crede in una sanità pubblica di qualità e per tutti, questa situazione è inaccettabile perché colpisce le persone più fragili che invece hanno bisogno di maggior cura e protezione.
Come Presidente della Commissione Salute e Welfare della Regione Emilia-Romagna, mi sono impegnata insieme ai colleghi per attivare con urgenza un Piano Straordinario con l’obiettivo di garantire 1 milione di prestazioni in più già nel 2024. Abbiamo investito subito 30 milioni di euro per contenere i tempi di attesa delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e per la realizzazione dei piani di produzione.
L’investimento prevede misure urgenti che verranno attuate già entro l’estate da parte di tutte le Aziende sanitarie, con un duplice obiettivo: incrementare il numero di prestazioni specialistiche disponibili e semplificare il sistema di prenotazione.
Queste le innovazioni principali:
- Incremento del 20% di esami diagnostici e visite specialistiche;
- agende sempre aperte e disponibilità a 24 mesi per rendere effettiva la possibilità di prenotare le prestazioni;
- preliste con registrazioni progressive e in ordine cronologico per aiutare i cittadini nella prenotazione.
Sarà quindi l’azienda sanitaria a ricontattare il paziente se al momento della prenotazione non fosse disponibile una data per la prestazione. In caso di prima visita il cittadino avrà a disposizione agende aperte e tempi definiti per ricevere un appuntamento. Invece, le date per le visite di controllo verranno comunicate automaticamente come da indicazioni dello specialista.
Nel frattempo la riorganizzazione della Rete di emergenza-urgenza, con l’introduzione dei Cau (i Centri di Assistenza e Urgenza) procede con risultati molto positivi. Si tratta dell’innovazione introdotta in tutta la nostra Regione per evitare la privatizzazione (o addirittura la chiusura) di molti Pronto Soccorso, garantendo prestazioni tempestive ai pazienti che si rivolgono alla Sanità per le urgenze sanitarie a bassa complessità. Ciò ha anche consentito di alleggerire la pressione sui PS garantendo turni e carichi di lavoro più sostenibili per i professionisti sanitari.
Il 66% degli accessi nei PS riguarda infatti codici bianchi o verdi, generando lunghe attese. Il CAU affronta questa criticità prendendo in carico i problemi di salute urgenti, ma non gravi. Nei primi cinque mesi di attività, si sono superati i 112mila accessi ai Centri di assistenza urgenza dell’Emilia-Romagna che oggi sono 31 e che a fine anno saranno 50.
Nonostante i tagli del Governo alla Sanità, l’Emilia-Romagna si sta dunque battendo con forza per la difesa della sanità pubblica e universalistica. È questo per noi l’unico modello sanitario capace di proteggere indistintamente tutte le persone: ci siamo impegnati e ci impegneremo a sostenerlo e rafforzarlo.
Ciò tuttavia non basta. Sono consapevole che, tutti insieme, dovremo fare ancora di più e ancora meglio per consentire alle persone, alle famiglie, a tutta la comunità, di vedere garantiti benessere e salute, diritti fondamentali previsti dalla Carta costituzionale.
Ottavia Soncini – Consigliera regionale Pd, Presidente della Commissione Politiche per la salute e Politiche sociali