L’Assemblea regionale ha approvato il progetto di legge sulla “Disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio”, in pratica, la nuova legge urbanistica regionale.
Questa nuova legge urbanistica non è un restyling della vecchia Legge 20 ma riprende i paradigmi di questa a tutela del territorio, rilanciandoli nella cornice dell’attuale situazione socio-economica che richiede il rilancio del settore edilizio spingendo verso la rigenerazione urbana.
La foto più aggiornata del territorio emiliano-romagnolo ci propone un consumo potenziale del territorio vasto quanto due città di Bologna. Per questo la nuova legge riduce di oltre il 60% le previsioni urbanistiche già approvate. Così, una delle sfide per gli amministratori locali sarà il cambiamento dei piani regolatori comunali, seguendo quelle che saranno le due parole d’ordine del futuro: qualità e rigenerazione urbana.
La legge si muove su quattro assi portanti: la tutela del territorio; il rispetto per l’ambiente; lo stimolo allo sviluppo e l’attenzione all legalità. Gli obiettivi sono molteplici. Il primo, come detto, è la riduzione delle previsioni urbanistiche già approvate. Si vuole abbattere del 60% i 250 km quadrati attualmente previsti. Si pensa di ottenere questo risultato adottando un unico strumento: il Piano Urbanistico Generale (Pug) che andrà a sostituire i vari Poc, Rue, Pua, ecc. All’interno del Pug, un Comune godrà del 3% di espansione massima fuori dal territorio urbanizzato fino al 2050. Dentro questo 3% potranno starci solo nuovi insediamenti produttivi e il residenziale ma solo se collegato a progetti di rigenerazione urbana e a residenziale sociale (Ers). Deroghe sono ammesse per la costituzione di parchi urbani e la costruzione di opere pubbliche; per ampliamenti d’insediamenti produttivi utili a completare la produttività di un’azienda; per nuovi insediamenti produttivi d’interesse strategico regionale o nazionale e per fabbricati utili alle imprese agricole. I Comuni avranno tre anni di tempo per adeguarsi (entro il novembre 2020).
Altro obiettivo della legge: la rigenerazione urbana e la riqualificazione degli edifici. Queste vengono promosse attraverso contributi regionali a fondo perduto per i progetti di rigenerazione sull’esempio della trasformazione delle periferie disagiate in quartieri ad alto tasso di servizi e vivibilità che si vede in tanti Paesi della Ue. Perché il buon disegno della città è una buona prevenzione nei confronti della marginalità. La legge prevede anche incentivi fiscali, volumetrici e procedure semplificate soprattutto per la demolizione in deroga.
Ancora: la valorizzazione del territorio agricolo. Sarà possibile costruire tutti i fabbricati strumentali che serviranno alle aziende e vi saranno incentivi per la demolizione dei fabbricati dismessi. Poi: il promuovere la qualità dei progetti (agricoli o urbani), attraverso lo scomputo dei contributi di costruzione fino al 50% dei costi sostenuti.
Altro tema portante sarà la pianificazione che non sarà più “a cascata” (dalla Regione al Comune) ma per competenze. Ovvero, la Regione assommerà nel Piano territoriale regionale anche il Piano paesistico e il Piano integrato dei trasporti (Prit). Province, città metropolitane e Aree Vaste si occuperanno dei rispettivi Piani territoriali mentre i Comuni, come detto, avranno un unico Piano comunale, il Pug.
Poi, questa nuova legge urbanistica, che prevede un deciso protagonismo dei privati ma sempre con la regia pubblica, afferma fortemente i principi di legalità e trasparenza. Sono numerosi gli emendamenti che vanno in questo senso. Lo fa recependo le disposizioni dell’Anac (Agenzia nazionale anti corruzione); richiedendo ai privati la certificazione antimafia, informative su eventuali conflitti d’interesse e relazioni sulla trasparenza degli effetti economici di quanto si propone. E’ stato fatto il massimo possibile per creare le condizioni perché i comportamenti non conformi siano perseguiti e puniti.
Con questo progetto i Comuni potranno terminare quanto previsto con la precedente Legge 20 o adeguarsi alla nuova legge nel giro di tre anni.
In sintesi finale, partiamo da un consumo di suolo enorme e andiamo a tagliarlo grazie a una legge adeguata ai tempi che prova a dare risposte giuste e con i giusti stimoli per un settore che ha perso tanti posti di lavoro.